29 Mag Yalp a parole mie: Angelica racconta di… Daniele
Sono Angelica, una ragazza solare e amante del mondo della comunicazione. Sono entrata in Yalp pochissimo tempo fa e da ancora “esterna” voglio riportarvi tutto quello che succede qui.
“Yalp a parole mie: Angelica racconta…” sarà una rubrica in cui vi racconterò l’atmosfera di questo posto, i punti fissi della giornata e soprattutto le persone che ne fanno parte. Un diario fatto di sensazioni, emozioni e piccoli segreti.
DANIELE
È il turno di Daniele, che nella mia testa a volte è Davide.

Abbiamo fatto tutti e due la stessa università: comunicazione grafica e multimediale allo IUSVE e spesso ci troviamo a parlare di qualche esame fatto o qualche personaggio particolare che abbiamo incontrato.
Prima di intraprendere questo percorso ha studiato ingegneria industriale e ha lavorato a Milano in un’azienda che si occupa dello sviluppo di software, dove si è approcciato alla creatività e ai programmi di grafica.
Daniele è abbastanza silenzioso, ma sempre disponibile per un consiglio o un aiuto. Stefano lo descrive come “una bronza cuerta”: si impegna e raggiunge grandi risultati senza sbandierarlo al mondo.
Non si direbbe ma abbiamo diverse cose in comune: a parte il percorso scolastico, entrambi abbiamo fatto judo per molti anni. Poi io sono passata alla danza mentre lui si è dato ai tornei di frisbee e alle gare con i droni.
Come me, è un tipo introspettivo e nelle relazioni interpersonali ricerca la profondità. Guarda infatti Mr. Robot, serie i cui personaggi vengono indagati nei loro tratti psicologici.

Al dì la del suo aspetto pacato, ha un’anima metal: suona la chitarra elettrica, è appena stato al concerto dei Slipknot a Milano e ora aspetta giugno per l’uscita del disco dei Lamb of God.

Avrebbe voluto essere giovane tra gli anni 60 e 70 e gli sarebbe piaciuto vivere nei paesi nordici.
Segno zodiacale: capricorno
Intercalare usato: tipo
Se fosse un colore: rosso
“La mia esperienza in Yalp è cominciata un anno fa. Qui ho trovato delle persone che fin da subito hanno cercato di essermi amiche, e non dei semplici colleghi. Una cosa che forse sembra essere scontata, ma che per la mia esperienza è stata quasi del tutto nuova.”
