Ecosostenibilità: moda o modello da seguire?

Si parla sempre più spesso di ecosostenibilità, che si tratti di una moda, di strategia aziendale o di un personalissimo impegno morale. Oggi le politiche di Corporate Social Responsibility hanno preso piede nei settori più disparati, dall’abbigliamento all’architettura, passando per la gastronomia e per il turismo.

È un fenomeno quindi sempre più attuale, ma che parte da lontano.

UNA NUOVA PROSPETTIVA

Negli anni ’70 del secolo scorso è iniziato un lento processo di comprensione dei costi sociali delle imprese. Il grande pubblico ha iniziato a manifestare una certa sensibilità verso questi temi, cosicché soluzioni sostenibili, capaci di intrecciare lo sviluppo delle attività economiche aziendali alla salvaguardia ambientale sono passate dall’essere considerate degli inutili costi a essere considerate opportunità commerciali.

I cambiamenti climatici e gli effetti tangibili sull’ambiente erano sotto gli occhi di tutti, sono diventati temi “pop” e focus d’interesse su cui basare le performance e il successo di un’azienda.

“I cambiamenti climatici e gli effetti tangibili sull’ambiente erano sotto gli occhi di tutti, sono diventati temi “pop” e focus d’interesse su cui basare le performance e il successo di un’azienda.”

Scordiamoci quindi parole come spreco o inquinamento e spostiamoci su nuove rotte, andando incontro all’innovazione, all’efficienza e a politiche di riduzione.

Si è registrato così un incremento costante degli investimenti in attività sostenibili.

Alcuni dei benefici che hanno portato le nuove politiche di riduzione e efficientamento:

  1. L’aumento della qualità dell’offerta e la riduzione dei costi di produzione.

Green o eco-friendly non vuol dire di scarsa qualità, anzi! Prodotti di questo tipo consentono un risparmio durante la fase del ciclo di realizzazione del prodotto, dalla sua produzione allo smaltimento. Perché ecosostenibile è sinonimo di contenimento dello spreco di energia, ma anche di utilizzo di materiali facilmente riciclabili.

  1. Il miglioramento dell’immagine aziendale.

Intraprendere volontariamente scelte sociali e ambientali più nobili vuol dire maggior profitto d’impreso, attraverso consensi e legittimazione del brand. Comunicare la sostenibilità significa rendere partecipe il consumatore finale del lungo percorso di miglioramento continuo dei processi di produzione e di riduzione dell’impatto ambientale.

  1. La costruzione di una buona reputazione.

In un contesto di mercato competitivo, dove il cittadino-consumatore ha delle aspettative e una maggiore sensibilità verso le tematiche ambientali, la capacità di innovarsi in modo sostenibile costituisce un vantaggio competitivo.

ESEMPI VISRTUOSI

È sempre più evidente la necessità di rivolgere lo sguardo verso una produttività consapevole. Per profitto, certamente, ma anche per creare una ricchezza rispettosa della collettività, attraverso percorsi di crescita rivolti a un futuro più o meno immediato. È un impegno e un’opportunità per ripensare al ruolo della nostra impresa nella società.

FaterSMART

FaterSMART, ad esempio, è l’azienda trevigiana vincitrice del Premio Sviluppo Sostenibile 2018. Ha risposto ad una problematica reale: secondo il Rapporto Rifiuti Urbani 2017 dell’Ispra, pannolini ed assorbenti intimi costituiscono il 3,7% dei rifiuti sul totale prodotto in Italia, pari a 1 milione di tonnellate all’anno. L’azienda è intervenuta sulla gestione del ciclo di vita dei prodotti assorbenti per la persona.

Grazie alla tecnologia sviluppata, i prodotti usati possono essere trasformati in oggetti di uso quotidiano, imballaggi e nuovi prodotti assorbenti. Per avere un’idea dei benefici ambientali, si consideri che ogni impianto a regime eviterebbe le emissioni prodotte in un anno da oltre mille automobili.

``È necessario creare una ricchezza rispettosa della collettività, attraverso percorsi di crescita rivolti a un futuro più o meno immediato.``

Gruppo Mauro Saviola

Il Gruppo Mauro Saviola è un’altra realtà italiana meritevole di essere nominata per il suo impegno. Fonda il proprio lavoro sui valori del rispetto e della sostenibilità. L’azienda è in grado di mettere sul mercato un pannello truciolare ecologico, realizzato al 100% da legno post-consumo. Un esempio di economia circolare basato sui concetti di recycling e upcycling, ossia di recupero e riutilizzo. I rifiuti trovano una seconda vita e non è più necessario abbattere nuovi alberi.

Non sarebbe bello smettere per un attimo di avere paura del futuro?

Dopotutto bastano alcuni piccoli accorgimenti da parte dei cittadini e un po’ di lungimiranza da parte delle aziende, per andare verso un modello più inclusivo e aperto al sociale.

Perché se non lo difendiamo noi, l’ambiente, si difenderà da solo.