13 Nov E-commerce e Covid: il nuovo patto tra aziende e consumatori.

L’ECOMMERCE E IL CROLLO DELLE OCCASIONI DI CONSUMO
L’attuale emergenza sanitaria ha ridisegnato in brevissimo tempo consumi e abitudini di interi paesi, dall’uso dei dispositivi di sicurezza alle modalità di approvvigionamento del lievito.
Pane e pizza a parte, il Covid ha costretto per diversi mesi milioni di persone in tutto il mondo ad una permanenza in casa forzata, con la conseguente impossibilità di acquisto presso i negozi fisici. Le stesse attività commerciali, con esclusione di quelle legate ai beni essenziali, hanno subito un pesante crollo delle vendite, stimate da Confcommercio nel solo mese di marzo attorno al 31,7%. Sempre da questa analisi è emerso che i settori maggiormente penalizzati sono quelli legati al tempo libero. Insomma un crollo dei consumi che potremmo rileggere come “crollo delle occasioni di consumo”.
COLTI DI SORPRESA, MA NON DEL TUTTO IMPREPARATI CON L’ECOMMERCE!
Nei primi mesi della pandemia i retail che hanno beneficiato dello spostamento degli acquisti verso il digitale stati sono colti di sorpresa dall’esigenza esponenziale di acquisti online. Lo stesso Amazon, che si è confermato ancora una volta il principale rivenditore online, ha dovuto ridurre il catalogo agli articoli essenziali perché non aveva così tanta capacità (fonte Adkronos).
Gli acquisti online si sono concentrati per più della metà nel nord Italia, per il 28% nel Sud e Isole e per il 19% nel centro Italia. Il primo semestre del 2020 ha dunque permesso di rilanciare le vendite nonostante le restrizioni a tutte le aziende che avevano già avviato il processo di digitalizzazione e che di fatto erano pronte a riempire i carrelli virtuali dei loro clienti.

I CONSUMATORI SONO PRONTI ALL’ECOMMERCE, MA LE AZIENDE?
L’effetto covid sull’ecommerce ha di fatto accelerato il processo di digitalizzazione che già era in corso. Lo scorso anno in Italia i numeri registravano un incremento del 10% dell’e-commerce rispetto al 2018. Dopo 12 mesi e una pandemia mondiale, i dati hanno visto un sensibile incremento, pari al 25% in più rispetto al 2019.
Secondo lo U.S. Retail Index compilato da Ibm negli USA la crescita annuale è addirittura paragonabile a quella che prima del covid era prevista per i prossimi 5 anni.
In Italia i dati, seppur in aumento, vedono ancora una larga percentuale di piccole e medie imprese lontane dal carrello digitale. L’importante domanda di cambiamento dei consumatori si scontra dunque con un contesto imprenditoriale non ancora pronto.
L’osservatorio Innovazione Digitale delle PMI del Politecnico di Milano in una recente ricerca ha stimato che solo il 15,8% delle aziende italiane ha sviluppato un proprio sito o una propria app di e-commerce grazie alla quale vendere i propri prodotti. Insomma, il processo è iniziato, ma sono ancora molti gli investimenti da affrontare per permettere alle aziende di continuare a vendere i propri prodotti.
Eppure durante il recente convegno online “Multicanalità 2020: il countdown del cambiamento!” è emerso come gli italiani siano digitalmente pronti a cogliere l’arrivo sul web dei loro negozi di fiducia: più di un italiano su quattro è un consumatore multicanale evoluto, e sono 5,7 milioni quelli a loro agio con il digitale in ogni fase del percorso d’acquisto.

Il 36,4% dei consumatori non abbandonerebbe il proprio negozio di fiducia se avesse la possibilità acquistarne online i prodotti!
Sono gli stessi consumatori ad incoraggiare le imprese, difatti il 53% degli acquirenti sarebbe pronto a cambiare le proprie abitudini per incoraggiare i negozi di fiducia a sfruttare questi canali.
ECOMMERCE: NUOVI SCENARI
La pandemia ha contribuito inoltre a ridisegnare le categorie per le quali i consumatori ricorrono agli acquisti da casa. Nel 2019 i settori che avevano i maggiori investimenti nell’ecommerce erano: Informatica ed Elettronica (+18%), Abbigliamento (+21%), Editoria (+25%).
Oggi invece vediamo in crescita settori che fino allo scorso anno erano in secondo piano come la spesa di generi alimentari ( +12%), di alcolici (+16%) e di materiali per piccole ristrutturazioni e riparazioni domestiche ( 14%).
Tra i settori premiati per le scelte digitali troviamo inoltre le cantine e gli ecommerce di vino: nel solo mese di marzo, durante la chiusura di bar e winebar, le vendite on line sono cresciute in modo esponenziale. Dopo un primo periodo di leggera flessione le vendite hanno infatti subìto un’impennata importante con volumi in crescita anche del 100% rispetto al mese precedente, andando a privilegiare i vini di selezione regionale.
ECOMMERCE E SOCIAL MEDIA
Analizzare i numeri statistici dell’e-commerce permette interessanti considerazioni, di cui le aziende devono tener conto per migliorare la loro efficienza online. Tra queste il ruolo giocato dai Social media.
Secondo Bigcommerce, i negozi con una presenza sui social hanno in media il 32% di vendite in più rispetto ai negozi che non gestiscono alcun profilo. Lo conferma un altro sondaggio svolto da Casaleggio Associati per i quali l’87% degli e-shopper e il 40% delle aziende trovano Facebook un valido alleato per l’incontro di domanda e offerta grazie al buon tasso di conversione.
ANCHE LA UX VUOLE LA SUA PARTE NELL’ECOMMERCE
Per le aziende già presenti nel mercato on line, gli investimenti e le energie sono rivolti a migliorare l’esperienza dei clienti online.
Ancora una volta, la User Experience fa la sua parte nel coinvolgimento emotivo del consumatore. Secondo Jlbmedia, il 92% degli acquirenti online afferma che gli elementi visivi influenzano la decisione di acquisto.
Un’altra importante conferma arriva anche da Unbounce, secondo cui l’uso di video sulle landing page in media aumenta le conversioni dell’86%.
PREVENIRE IL CART ABANDONMENT NEGLI ECOMMERCE
Uno degli aspetti più critici per un negozio virtuale riguarda il tasso di abbandono dei carrelli virtuali, che si stima riguardi il 70% delle transazioni (Cart Abandonment). Grazie agli strumenti di marketing Automation e alle azioni di remarketing (o retargeting), si tratta di un dato dall’esito controvertibile.

I dati a nostra disposizione ci permettono di individuare le 3 principali cause di abbandono:
1) al primo posto troviamo la sicurezza: una percentuale non affatto trascurabile, pari al’ 84% delle persone, dichiara infatti che non effettuerà un acquisto online, se si troverà a che fare con un sito Web non sicuro. Si stima che è possibile recuperare fino a 260 miliardi di dollari attraverso un perfezionamento dei processi di pagamento, riducendo di conseguenza i tassi di abbandono del carrello.
2) costi nascosti come tasse e spese di spedizione contribuiscono a non concludere l’acquisto proprio nel passaggio finale.
3) Troppi dati! La terza causa è infatti legata all’obbligo di dover creare un account per concludere l’acquisto, o nel dover fornire dati ai fini statistici come la data di nascita.
Vengono invece premiati gli e-commerce cuciti su misura: l’80% degli e-shopper afferma che le esperienze personalizzate rendono più propensi ad acquistare da un’azienda piuttosto che da un’altra.
ECOMMERCE: POTERE AGLI SMARTPHONE!
Anche nel 2020 i dispositivi mobili si confermano il dispositivo più popolare per lo shopping online. Secondo l’ultimo studio sui pagamenti a vista 2020 di PYMNTS, il 72% dei consumatori conclude gli acquisti dal proprio smartphone, complice la possibilità di memorizzare con sicurezza i dati della propria carta di credito.

UN NUOVO PATTO TRA AZIENDE E CONSUMATORI
Numeri alla mano dunque gli investimenti digitali stanno funzionando, ma gli innegabili progressi fatti dalle imprese italiane finora non bastano, specie di fronte allo scenario dei prossimi mesi.
Mesi che saranno cruciali per le aziende e per i consumatori nel ridisegnare insieme il nuovo modello di vendita, un modello che diventerà lo standard dei prossimi anni, con o senza pandemia.
Il consumatore sta sperimentando e adottando un nuovo percorso di acquisto e, nella maggior parte dei settori, la domanda è rimasta intatta.
Ora la palla passa alle aziende.
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Istintiva quanto basta, ha uno spirito analitico e razionale che fa di lei un’amministrativa (dicono) zelante. Ama le sfide, dieta a parte. Adora le margherite, i campi di papaveri e ridere a crepapelle. Parla con il gatto, detesta il sushi e il kebab, non ha mai seguito una serie su Netflix. Sogna di andare a Cape Canaveral e invidia chi la luna l’ha vista da vicino!